Se vi capita, appena fatto un passo fuori casa e tirato il primo respiro, di cominciare a starnutire incontrollabilmente mentre gli occhi prendono a prudere, a gonfiarsi e a lacrimare, è molto probabile che siate parte di quel 20% circa della popolazione che soffre di allergie.
Le reazioni allergiche agli agenti ambientali, che interessano gli occhi sono un fastidio comune. Si tratta, per lo più, di “congiuntivite allergica”, che colpisce la membrana mucosa che avvolge il bulbo oculare e ricopre la parte interna delle palpebre.
I sintomi della congiuntivite allergica
La congiuntivite allergica si manifesta con prurito, lacrimazione, occhi rossi e gonfi, di solito causati da esposizione al polline. I portatori di lenti a contatto possono provare un maggiore fastidio per via del polline e delle secrezioni dell’occhio, collegate con l’allergia, che possono accumularsi nelle loro lenti.
Attenzione, tuttavia, a non interpretare come manifestazione allergica l’abbondante secrezione oculare che potrebbe essere indizio di un’infezione e richiedere un trattamento specifico e tempestivo.
Non si tratta di un raffreddore
Gli starnuti, la lacrimazione, gli occhi rossi sono sintomi propri anche del raffreddore, ma che si tratti di allergia e non di una malattia da raffreddamento lo indica il fatto che i sintomi si manifestano tutti in una volta, che non durano 7-10 giorni, come per lo più accade per un raffreddore, ma permangono fino a quando, e solo se, si è esposti all’agente che provoca l’allergia, che si starnutisce molto e a volte a raffica, che la secrezione nasale è chiara e acquosa. Se, invece, c’è febbre allora ci siamo beccati una bella…
Un fenomeno stagionale
Un’altra differenza, per quanto non assoluta, è costituita dal periodo in cui i sintomi si manifestano: i raffreddori sono più comuni durante i mesi invernali, mentre le allergie, legate all’impollinazione, si manifestano piuttosto in primavera, estate e autunno.
A determinare l’allergia sono in genere le piante che hanno un’impollinazione “anemofila”, vale a dire che fa uso del vento (‘anemos’ in greco), al quale affidano il trasporto del polline, in grandi quantità, perché prive di fioriture evidenti con le quali attrarre gli insetti.
La reazione allergica al polline è determinata da una risposta anomala del sistema immunitario ad una sostanza che è simile alla polvere e che, per questo, viene scambiata per un agente di malattie. Per difendersi da qualcosa che ritiene nocivo, respingendolo all’esterno, così come farebbe con un virus, il corpo rilascia istamine, le sostanze chimiche che scatenano l’infiammazione e l’aumento delle secrezioni di naso e occhi.
I possibili rimedi
Il miglior rimedio per una congiuntivite allergica, come per qualunque forma di allergia, consiste nel tenersi lontano dall’agente che la provoca. Questo, naturalmente, non è sempre possibile e per quanto riguarda l’allergia ai pollini può essere particolarmente difficile. Significherebbe, infatti, restare al chiuso quando la quantità di polline è maggiore, in particolare nelle giornate calde, secche e ventose e soprattutto nelle prime ore del mattino, fra le 5 e le 10 o nelle ore immediatamente successive ad una pioggia, che riduce il polline in frammenti minutissimi che non perdono il loro potere di scatenare allergie, ma sono più facilmente trasportate dal vento.
Si può, però, almeno, evitare o limitare l’attraversamento di aree alberate e giardini, eliminare o ridurre gli spostamenti in motorino o in bicicletta, asciugare i propri abiti lavati al chiuso, evitare di aprire le finestre in casa e i finestrini in auto, attivando il sistema di ricircolo dell’aria interna, pulire frequentemente i filtri dell’aria condizionata.
Se i sintomi di congiuntivite allergica non sono particolarmente acuti, può essere di giovamento fare degli impacchi freddi sugli occhi. È utile anche l’uso di lacrime artificiali che aiutano a mantenere gli occhi adeguatamente lubrificati.
È bene, invece, fare attenzione all’assunzione incontrollata di antistaminici per bocca perché possono produrre un peggioramento dei sintomi negli occhi che, divenuti secchi per effetto del farmaco, restano senza un’adeguata protezione.
Per conoscere, quantomeno, la situazione della presenza di pollini nella propria area geografica è possibile consultare i bollettini emessi da enti o associazioni come POLLnet (rete di monitoraggio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) e l’Associazione Italiana di Aerobiologia.