L’occhio secco, uno dei problemi oculari che più spesso porta a recarsi da un oculista, è molto fastidioso e può avere varie cause. La sensazione di secchezza oculare è spesso causata da un problema nell’umidificazione della superficie dell’occhio, che può essere causato dall’ambiente, dai farmaci o dalle condizioni di salute.

Occhio secco e fattori ambientali
Bassa umidità, vento (anche prodotto da un ventilatore acceso nella stanza in cui si dorme o dall’indossare una maschera per l’apnea notturna), la presenza di allergeni e il fumo sono tutti fattori ambientali che possono causare problemi con le lacrime.
La bassa umidità può essere prodotta, anche nella propria abitazione, da condizionatori o sistemi di riscaldamento ed è ricorrente sugli aerei e negli edifici di grandi dimensioni come i centri commerciali, le sedi di uffici, gli ospedali.
Come la scarsa umidità, così anche gli allergeni e il fumo fanno evaporare le lacrime più rapidamente.

Secchezza oculare e ruolo dei farmaci
Sono diversi i farmaci che possono causare la secchezza oculare. Fra i principali:

  • sedativi
  • sonniferi
  • ansiolitici
  • farmaci contro le allergie
  • rimedi contro il raffreddore
  • farmaci per regolare la pressione del sangue
  • colliri per la cura del glaucoma o altre gocce oculari contenenti conservanti.

L’oculista può identificare quali farmaci possono determinare il problema e consentire al paziente di segnalare il problema al medico curante.

Le patologie che possono favorire l’occhio secco
Alcune malattie possono causare la secchezza oculare. Più frequentemente si tratta di:

  • diabete
  • disfunzioni della tiroide
  • artrite reumatoide
  • morbo di Parkinson
  • acne rosacea
  • precedenti interventi chirurgici sugli occhi.

Anche la menopausa può comportare delle alterazioni nella secrezione lacrimale e portare alla comparsa di forme moderate di occhio secco.

Il concorso di alcune attività comuni
Tutte le attività intensive per la vista, come leggere un libro, guardare la TV, lavorare al computer, chattare su uno smartphone (e questa ultima attività più delle altre) fanno battere le palpebre meno spesso. La conseguenza è un maggiore affaticamento della vista e la secchezza degli occhi.

Cosa si può fare per aiutare l’occhio secco
Mentre si legge un libro o si guarda la TV, di quando in quando è bene interrompere l’attività e distogliere lo sguardo dalla pagina o dallo schermo per almeno 20 secondi. È utile ricordarsi di sbattere le palpebre frequentemente e anche l’uso di colliri lubrificanti può aiutare. Sono, invece, da evitare i colliri contro l’arrossamento che possono ridurre la produzione lacrimale.
Se si è costretti a dormire in un ambiente secco, con un ventilatore acceso o aria in movimento per altre ragioni, si può ricorrere ad una goccia di gel o di altri unguenti oftalmici che aiutano a mantenere gli occhi umidi durante la notte.
È possibile anche agire attraverso la dieta, aggiungendo noci e pesce come il salmone. Questi alimenti contengono acidi grassi omega-3 che aiutano a rendere lo strato lacrimale più oleoso. In questo modo la componente oleosa si distribuisce sulla superficie delle lacrime e ne previene l’evaporazione. In alternativa ai cibi indicati si possono assumere integratori di olio di pesce.
Se il problema persiste è bene consultare un oculista, che può ricostruire la storia completa del paziente e compiere un esame completo, in modo da individuare tutti i fattori che possono concorrere a causare la sindrome dell’occhio secco e scegliere l’approccio più indicato, che può andare dal trattamento delle ghiandole sebacee ostruite lungo i bordi delle palpebre, all’uso di speciali lenti a contatto per riparare eventuali danni della cornea, nei casi più seri.