È ben nota l’associazione tra carenza di vitamina D e la patologia ossea, in particolare, con l’osteoporosi e l’incidenza di fratture nell’età avanzata.
Influenza della vitamina D sulla salute generale e quella oculare
Un recente studio1 svolto su popolazione di giovani sani europei, ha dimostrato che valori bassi di vitamina D nel sangue (25-idrossivitamina D) si associavano a un significativo rischio cardiovascolare, in particolare nelle donne in sovrappeso. Nello stesso studio è emerso che i valori ematici risultavano più bassi nei campioni provenienti dalla Spagna che in quelli provenienti dall’Irlanda e dall’Islanda, nonostante sia evidente una maggiore irradiazione solare nella popolazione spagnola. Quest’ultimo dato sottolinea l’importanza dell’assunzione orale della vitamina D, contenuta in abbondanza in pesci (salmone e sgombro) ampiamente utilizzati nelle popolazioni nordiche e meno in quelle mediterranee.

Uno studio londinese2 ha confermato l’influenza della vitamina D nella protezione dell’occhio dalla maculopatia senile e del cervello dall’Alzheimer. L’esperimento è stato condotto in vivo su ratti trattati con vitamina D per sei settimane. I livelli di beta-amiloide, proteina responsabile della patogenesi dell’Alzheimer e dell’invecchiamento, sono risultati ridotti nei vasi sanguigni degli occhi degli animali. Questi risultati sperimentali andranno confermati nell’uomo e potrebbero aiutare nella prevenzione di queste due gravi forme patologiche che affliggono frequentemente le popolazioni anziane occidentali.

È stato ormai acclarato che le scorte di vitamina D del corpo crollano nel periodo invernale. In particolare per le persone anziane che vivono sempre al coperto e che escono d’estate nelle ore in cui i raggi del sole sono meno caldi va sempre sospettato uno stato carenziale. La tradizionale fonte di questa vitamina, il sole, non è sufficiente per una popolazione che invecchia ed è soggetta ai processi degenerativi. Sopra il 37° parallelo (pressappoco il livello di Catania) nel periodo invernale non vi e’ la possibilita’ di produrre adeguate quote di vitamina D attraverso l’irradiazione solare’. Per questo è utile una integrazione supplementare di questo importante fattore protettivo.



Annals of nutrition & metabolism
1 Relationships between vitamin D status and cardio-metabolic risk factors in young European adults

Muldowney S., Lucey A.J., Paschos G., Martínez J.A., Bandarra N., Thorsdottir I., Cashman K.D, Kiely M.

Annals of nutrition & metabolism
2011;58(2):85-93. doi: 10.1159/000324600. Epub 2011 Apr 8.



Background/Aims: To explore associations between vitamin D and cardiovascular disease risk factors in young European adults. Methods: This was a cross-sectional analysis of serum 25-hydroxyvitamin D [s25(OH)D], intact parathyroid hormone (iPTH) and biomarkers of cardiovascular disease risk in 195 healthy 20- to 40-year-olds (109 women) with a BMI between 27.5 and 32.5 from Iceland (64°N; n = 82), Ireland (51°N; n = 37) and Spain (42°N; n = 76) during mid-late winter. Results: The median s25(OH)D was 52.8 nmol/l (IQR 38.1–69.9) or 21.1 ng/ml (IQR 15.2–28.0) with a latitude-dependent gradient (p ≤ 0.0001): Iceland, 41.7 nmol/l (IQR 32.7–54.2) or 16.7 ng/ml (IQR 13.1–21.7); Ireland, 52.9 nmol/l (IQR 35.3–68.6) or 21.2 ng/ml (IQR 14.1–27.4), and Spain, 67.1 nmol/l (IQR 47.1–87.1) or 26.8 ng/ml (IQR 18.8–34.8). Eleven percent of Icelandic participants had s25(OH)D concentrations
© 2011 S. Karger AG, Basel



Neurobiology of Aging
2 Vitamin D rejuvenates aging eyes by reducing inflammation, clearing amyloid beta and improving visual function

Vivian Lee, Elissa Rekhi, Jaimie Hoh Kam, Glen Jeffery

Neurobiology of Aging
October 2012, Volume 33, Issue 10, Pages 2382–2389



Abstract Vitamin D3 plays a key role in immune regulation and may protect against the aging process. A focal point for age-related changes is the outer retina of the eye where there is high metabolic demand resulting in a gradual increase in extracellular deposition, inflammation, and cell loss giving rise to visual decline. Here, we demonstrate that vitamin D3 administration for only 6 weeks in aged mice significantly impacts on this aging process. Treated mice showed significant reductions in retinal inflammation and levels of amyloid beta (Aβ) accumulation, which is a hallmark of aging. They also had significant reductions in retinal macrophage numbers and marked shifts in their morphology. These changes were reflected in a significant improvement in visual function, revealing that vitamin D3 is a route to avoiding the pace of age-related visual decline. Excess amyloid beta deposition and inflammation are risk factors leading to age-related macular degeneration (AMD), the largest cause of blindness in those older than 50 years in developed countries. Recently, vitamin D3 has been linked epidemiologically to protection against age-related macular degeneration. Hence, vitamin D3 enrichment is likely to represent a beneficial route for those at risk.