Fra i primi a sottoporsi all’intervento di cataratta in epoca moderna furono due mostri sacri della musica del Settecento. Ma con quali esiti!

Se tutti conoscono il dramma della sordità di Beethoven, meno note sono le sofferenze di Bach e di Haendel per i problemi di vista.
I due grandissimi compositori furono, infatti, colpiti entrambi da cataratta, che impediva loro di comporre e di suonare ed entrambi ebbero la sorte infausta di finire nelle mani del chirurgo e ciarlatano John Taylor.
La cataratta, com’è noto, consiste nell’opacizzazione progressiva del cristallino, la lente trasparente collocata all’interno dell’occhio, immediatamente dietro la pupilla, che cambiando la propria forma in relazione alla distanza dell’oggetto, fa in modo che le immagini più o meno vicine siano messe a fuoco sulla retina.

L’operazione di cataratta secondo John Taylor

Il sedicente “Optometrista Pontificio, Imperiale e Reale” John Taylor sottoponeva i suoi pazienti, senza anestesia, a interventi che non rimuovevano la cataratta, ma “abbassavano” il cristallino opaco, schiacciandolo e spingendolo verso il basso con un ferretto introdotto nell’occhio.
La circostanza che il più delle volte il cristallino si sollevasse richiedendo un nuovo intervento non era la conseguenza peggiore. Ben più gravi erano spesso gli effetti dell’uso di ferri non sterili.
Il malcapitato paziente, che restava bendato per giorni, scopriva l’esito dell’operazione subita quando il chirurgo, itinerante di città in città, era ormai già lontano.
Si parla di centinaia di pazienti accecati da Taylor, che pure aveva una cultura scientifica del tutto rispettabile per l’epoca e una notevole abilità tecnica. Di certo, però, non pari senso di responsabilità e prudenza.

La sorte dei due grandi dell’organo

Haendel, trattato da molti medici e infine operato da Taylor, finì cieco a seguito dell’intervento di cataratta subito. Va detto, a onor del vero, che già prima dell’operazione vedeva poco o nulla.
Il destino di Bach fu anche peggiore: operato due volte a distanza di pochi giorni, morì dopo tre mesi per cause non chiare, forse in conseguenza di un’infezione batterica contratta durante l’intervento.

Un’operazione chirurgica ormai routinaria e sicura

Oggi l’intervento di rimozione della cataratta consente il pieno recupero della vista attraverso la sostituzione del cristallino divenuto opaco. La rimozione avviene attraverso un piccola incisione chirurgica, che non richiede neppure punti di sutura.
La sterilità degli strumenti è assicurata e l’anestesia praticata è minima nelle quantità di farmaco utilizzato ed eccellente dal punto di vista dell’effetto sul paziente.
In breve, l’operazione di rimozione della cataratta è considerata un intervento sicuro e routinario.
La lontana storia di Bach e Haendel ricorda che lo è grazie alle attrezzature sofisticate, all’evoluzione della farmacologia e alla competenza, la serietà e la responsabilità dei chirurghi che la praticano.