Cross linking è una terapia poco invasiva e molto efficace. Si basa sul principio di creare una sorta di saldatura tra le molecole di collagene della struttura corneale, in modo da irrigidire la cornea e fermare la progressione del cheratocono.
Tale saldatura del collagene si ottiene attraverso le proprietà di una vitamina del gruppo B, la riboflavina, una volta irradiata con dei raggi ultravioletti.
L’intervento consiste, quindi, nell’imbibire i tessuti corneali con la riboflavina e di sottoporli ad una esposizione controllata di UV. Attualmente il processo è accelerato da un campo di micro correnti che facilitano la distribuzione della molecola (iontoforesi).

CROSS LINKING CORNEALE è l’ unica, recentissima tecnica conservativa in grado di arrestare o rallentare la progressione del cheratocono. Essa consiste nella foto-polimerizzazione delle fibre di collagene dello stroma della cornea allo scopo di aumentarne la rigidità e la resistenza allo sfiancamento attraverso l’azione combinata di una sostanza fotosensibilizzante, la Riboflavina (RICROLIN®), e dell’irraggiamento (della cornea) con luce ultravioletta a bassa intensità (UV-A).
Tale luce viene emessa da uno specifico apparecchio (CSO VEGA CBM X linker). Questa tecnica permette una sorta di “congelamento” del collagene stromale con conseguente aumento della stabilità biomeccanica della cornea, che nel cheratocono è diminuita di circa il 50% rispetto al normale. Ciò e dovuto alla riduzione del numero di legami tra le fibre del collagene.
Il cross linking ha dimostrato essere in grado di determinare un aumento del diametro di tali fibrille, un effetto di riduzione degli enzimi che degradano il collagene, un effetto di bonifica delle cellule (cheratociti) malate dello stroma della cornea. Dopo questo trattamento nuove cellule “sane” ripopolano il tessuto corneale con produzione di collagene che è quello caratteristico di una cornea sana.
Il trattamento viene effettuato ambulatoriamente e richiede un tempo di circa 30 minuti. E’ tecnicamente semplice, e meno invasivo di tutte le altre opportunità terapeutiche che sono oggi a disposizione del paziente. La tecnica potrebbe consentire una riduzione della necessità di trapianti corneali.

COME VIENE EFFETTUATO L’INTERVENTO?
Riportiamo integralmente il testo dal sito cross-linking.it

Il giorno del trattamento viene instillato un collirio per restringere temporaneamente la pupilla (Fig.1). L’occhio e la zona intorno ad esso vengono puliti con soluzione antisettica (Fig. 2), viene instillato quindi un collirio anestetico per ridurre ancora di più la minima sensazione di fastidio.

L’Oculista, dopo aver applicato uno strumento per mantenere l’occhio aperto (chiamato blefarostato, Fig. 3), posiziona sulla cornea del paziente un apposito anello, che viene riempito di riboflavina (Fig. 4).
Una corrente a bassa intensità, assolutamente impercettibile per il paziente, permette l’ingresso della riboflavina nella cornea in soli 5 minuti invece dei 30 minuti che richiederebbe una imbibizione passiva.
Terminati i 5 minuti di iontoforesi, si rimuove l’anello e si effettua il trattamento con raggi ultravioletti a bassa intensità (Fig. 5). Questi raggi non sono dannosi per l’occhio. Questa fase ha la durata di 9 minuti. Al termine viene effettuato un lavaggio dell’occhio con soluzione salina ed una medicazione con colliri specifici (Fig. 6).

Dopo l’intervento, l’Oculista posizionerà una lente a contatto per proteggere l’occhio, che andrà rimossa dopo 3-4 giorni.
Immediatamente dopo il trattamento, l’Oculista eseguirà alcuni semplici controlli sull’occhio per assicurarsi che tutto sia andato bene.

Intervento (© www.oogroup.it)

Intervento (© www.cross-linking.it)


Il trattamento di CXL mediante Iontoforesi è generalmente NON è doloroso e, in genere, ben tollerato. Il decorso post-operatorio non determina particolari disturbi, ma nelle prime 48 ore dopo l’intervento si possono verificare una moderata lacrimazione e fotofobia, (fotofobia = elevata sensibilità alla luce).
Si può inoltre presentare una leggera sensazione di corpo estraneo ed una modesta iperemia congiuntivale (la parte bianca dell’occhio potrebbe apparire arrossata).
Anche questi eventi, cioè la sensazione di corpo estraneo e/o un occhio leggermente arrossato, si risolvono in genere in poche ore.
La qualità della visione dopo l’intervento sarà la stessa che si aveva prima dell’intervento, senza fenomeni di offuscamento; questo può permettere, a giudizio dell’Oculista, la eventuale ripresa in tempi piuttosto rapidi della propria attività lavorativa o di studio.

Il CXL-TE con iontoforesi è una tecnica che ha l’obiettivo di rallentare e, in qualche caso, arrestare la progressione del cheratocono, evitando il peggioramento della qualità della visione.

Il CXL-TE con iontoforesi non è una tecnica “refrattiva”, ovvero con l’obiettivo di correggere i difetti della vista, anche se alcuni pazienti manifestano, a distanza di pochi mesi, una vista “migliore”.
Infatti, in quasi tutti i casi, si assiste anche una lieve regolarizzazione dell’astigmatismo che si traduce anche in un lieve miglioramento della vista.