La ratifica del Marrakech Treaty da parte del Canada segna l’avvio del conto alla rovescia per la sua entrata in vigore, che significherà, per le persone ipovedenti, una possibilità di accesso molto più ampia alle opere scientifiche e letterarie. Si tratta di un grande successo dopo anni di sforzi da parte dell'International Federation of Library Associations (IFLA) e della World Intellectual Property Organisation (WIPO).

Troppo spesso le leggi sul copyright sono utilizzate per limitare l’accesso alla conoscenza in un modo che danneggia l'interesse pubblico. Le persone con disabilità visiva sono tra quelle che pagano il prezzo più alto di questo comportamento.

Si sgretola un limite ingiusto al diritto di conoscenza di chi ha una disabilità visiva.

Come ha indicato l’Unione Mondiale Ciechi, le persone non vedenti possono utilizzare e godere di una frazione minima delle opere pubblicate: una su venti in Europa, e una su cento nei paesi in via di sviluppo. Questo accade in larga misura perché alle istituzioni che lavorano per sostenere chi è affetto da disabilità visive non è consentito creare e condividere liberamente copie accessibili di opere che già possiedono, sebbene lo facciano a fini non commerciali.

Dopo anni di lavoro da parte dell’IFLA, nel 2013 gli Stati membri della Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale hanno firmato il trattato di Marrakech per facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, ipovedenti o con altre disabilità visive. I governi si sono impegnati a creare una specifica eccezione al diritto d’autore, che consente ai “soggetti autorizzati” (in molti casi, le biblioteche) di riprodurre le opere presenti nelle loro raccolte in un modo da renderle accessibili, e quindi metterle a disposizione delle persone che altrimenti non sarebbe in grado di utilizzarle.

Quando il trattato è stato firmato, è stato convenuto che esso sarebbe entrato in vigore tre mesi dopo la ratifica da parte del ventesimo paese. Con la sottoscrizione del Canada il calendario ha cominciato, dunque, a scorrere verso la data del 30 settembre. In tutto il mondo le biblioteche sono già attive, sia a livello politico nello spingere i governi verso la ratifica, sia nel lavoro concreto necessario per migliorare i propri servizi per i disabili visivi.
E in Europa hanno molto da lavorare perché i paesi europei, Germania e Italia in testa, fanno resistenza e la sottoscrizione del trattano sembra ancora lontana.
È un bel giorno lungo il difficile cammino verso il diritto di tutti all’accesso alla conoscenza. È un bel giorno, ma l’Europa è ancora lontana dall’arrivo.